Il territorio brontese (25.000 ettari) è uno dei più vasti della Provincia di Catania si trova a 50 Km dal capoluogo di Catania, incastonato in un pendio tre le falde occidentali del vulcano Etna, ricoperte di sciare e di boschi.
Straordinariamente vario ed ampio, il territorio e l’ambiente brontesi rappresentano un campionario di bellezze naturali contraddistinte da un singolare succedersi di vegetazioni tanto diverse ,quanto rigogliose. Boschi secolari contornati da laghi e torrenti , bizzarri e suggestivi paesaggi lavici ne fanno un luogo ancora in parte incontaminato e pittoresco.
La città domina l’alta valle del Simeto e si estende, scendendo dolcemente dalle falde dell’Etna, fino alle rive del fiume dove, a segnare il confine del comprensorio comunale, si trovano gli ultimi antichi ed imponenti rivoli di magma lavico corroso dalle acque.
Ha una conformazione varia ed interessante sia per l’elevato grado di diversità biologica sia per la qualità delle entità che vi sono rappresentate e soprattutto per la natura stupenda ed incontaminata che lo contraddistingue.
Non per niente Bronte dà più della metà del proprio territorio al Parco dell’Etna, al Parco dei Nebrodi, alla zona protetta delle Forre laviche del Simeto ed al Parco fluviale dell’Alcantara.
Risulta particolarmente interessante percorrere le stradine ed i vicoli, stretti e tortuosi, e le scalinate del Centro storico di Bronte per la presenza di antichi edifici dall’architettura semplice e gradevole, di notevoli portali scolpiti in pietra lavica, di edicole e icone votive e piccole sculture.
Bronte, nota anche come “Città del pistacchio “:
I pistacchi di Bronte, aromatici, saporiti e di un caratteristico verde smeraldo, si distinsero presto per le loro proprietà e la coltivazione del pistacchio divenne la più importante del territorio, tanto che Bronte acquisì la fama di “città del pistacchio” e i preziosi semi iniziarono a essere chiamati “l’oro verde”. Oggi in tutto il territorio brontese i pistacchieti o “lochi” coprono circa quattromila ettari di terreni impervi e i pistacchi di Bronte, utilizzati in gastronomia e pasticceria, sono conosciuti in tutto il mondo.
La pianta di pistacchio trovò alle pendici dell’Etna le condizioni ambientali perfette per insediarsi stabilmente nei terreni vulcanici incolti chiamati “sciare”, difficilmente coltivabili perché scoscesi, impervi e ricchi di cenere. Il pistacchio, pianta resistente, longeva e con grandi capacità di adattamento, conquistò le sciare del territorio di Bronte, dove il terreno concimato in modo naturale dalle ceneri del vulcano favorì la produzione di pistacchi con qualità organolettiche particolari e tipiche di questo pistacchio.